giovedì 17 gennaio 2008

Ridicola manifestazione dell'Udeur contro la magistratura

Sono ore difficili quelle che separano dalla risposta di Clemente Mastella sulle sue dimissioni, dopo che è stato indagato per concussione e dopo che la moglie Sandra Lonardo è stata posta agli arresti domiciliari. Intanto, i carabinieri sono stati inviati nella sede di Apcom a Roma.

I militari dell’Arma sono arrivati in redazione poco prima di mezzanotte per acquisire elementi utili all’indagine su mandato della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. L’indagine dei carabinieri nella sede di Roma è terminata alle 2. I militari dell’Arma hanno interrogato i giornalisti coinvolti nel servizio ed eseguito una perquisizione. Il giornalista autore del servizio è stato convocato per questa mattina negli uffici del procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Il popolo dell'Udeur scende in piazza per manifestare solidarietà al leader. «Tutti insieme per urlare il nostro sdegno»: è questo lo slogan che caratterizzerà il corteo di protesta del partito che si radunerà questa mattina alle ore 11 davanti la Prefettura di Benevento. La manifestazione di protesta procederà di un’ora la conferenza stampa del leader del partito Clemente Mastella, convocata presso l’Hotel President di Benevento. Il ministro della Giustizia svelerà probabilmente la sua decisione sulle dimissioni.

Il Premier Prodi intanto rinvia ogni decisione politica al momento in cui Mastella scioglierà la riserva, offre al ministro della Giustizia la copertura di una solidarietà esplicita. Ma la conferma delle dimissioni di Mastella sembra ormai un dato scontato, dopo che lo stesso ministro è finito nel registro degli indagati. Molti nell’Unione vedono lo spettro di una crisi di non facile soluzione, parecchio dipenderà proprio dalla posizione che assumerà l’Udeur: ma se parecchi alleati "piccoli" prevedono il peggio, Prodi non si rassegna all’idea che Mastella si sfili. In fondo, è il ragionamento, l’Udeur rischia di complicarsi ulteriormente la vita facendo cadere il governo: che garanzie avrebbe Mastella, a quel punto, di non ritrovarsi un governo istituzionale che "chiude" l’intesa sulla legge elettorale senza preoccuparsi minimamente dei "piccoli"?

Per questo Prodi punta a non rompere con Mastella. Ieri il premier ha respinto le sue dimissioni, mostrando comprensione - durante l’incontro a Palazzo Chigi - per la situazione personale del ministro e considerando comprensibile la sua richiesta di un tempo di riflessione. Tempo che però, sottolineano fonti di Governo, «non può essere indefinito, non possiamo aspettare Godot. Ci si aspetta una risposta a breve». Uno dei nomi che potrebbero essere in corsa per la Giustizia è quello di Piero Fassino, già guardasigilli durante i governi dell’Ulivo. Ma l’ex segretario Ds dovrebbe superare un grande ostacolo: il Pd, in questo modo, si ritroverebbe un ministero in più, quando nei mesi scorsi si era parlato di una riduzione della squadra.

Come fare? Il premier ci rifletterà su. Davanti a sè a diverse opzioni: far quadrato intorno al ministro, pensare al rimpasto, aprire la crisi. Poi c’è anche l’ipotesi dell’interim (così come fece Lamberto Dini con Filippo Mancuso nel ’95). Un modo per prendere tempo, in attesa di una decisione più radicale. L’alternativa a una ’semplicè sostituzione, è infatti più delicata: procedere a un minirimpasto di governo. Una scelta con una dose di rischio decisamente superiore. Prima di decidere, Prodi vuole riflettere bene, leggere le carte giudiziarie, capire la reale portata dell’inchiesta. Quanto ci vorrà? Domani si annuncia come la giornata chiave. Anche se Fausto Bertinotti scommette che i tempi non precipiteranno. Prima di venerdì, giorno del suo ritorno in Italia, azzarda da Caracas, la situazione non cambierà.


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